(Da Blow Up #201, rubrica "Visti & sentiti" febbraio 2015)
Per una band purosangue de romani de Roma fare per la prima volta Sold Out al Circolo degli Artisti è un po’ come per un brasiliano giocarsi la finale della coppa del mondo al Maracanà (ops!): non fare figuracce e portare a casa la coppa è l’unica cosa che conta. L’Intro un po’ ti-piace-vincere-facile che accompagna l’entrata della band è affidata a una Ricordati di me del Vendittone nazionale sparata a tutto fuoco dalle casse del Circolo che scalda e gasa non poco il fremente pubblico capitolino.
(video con grafica oscena tanto per farvi capire di cosa parliamo quando parliamo di Intro)
Se è vero che “..io sono uno di quelli che se a calcio
sbaglia il primo pallone butta via tutta la stagione” (parafrasando Proteggi questo tuo ragazzo) l’apertura
con Se lei viene giocata
sapientemente bene dal combo anche se il baffuto frontman Tommaso Paradiso ,
visibilmente il più emozionato dei Nostri, inizialmente stenterà a ritrovare
quel tono di voce così peculiare e caratterizzante (molti hanno gridato al
plagio di Dalla) che si è fatto amare non poco su Fuoricampo. Ma si sa,
le canzoni esistono per essere smentite e il cantante piano piano, scaldandosi,
troverà la giusta via e il concerto alla fine sarà tutt’altro che da buttar
via. Fuoricampo dicevamo, il recente
e consacratorio album dei romani che nella serata viene legittimamente
sviscerato e passato in rassegna nella sua interezza; canzoni come Mare Balotelli o Fine dell’estate sono evidentemente diventate dei veri e propri
anthem entrati di diritto nel cuore dal pubblico, veri e propri classici da
cantare a squarciagola tutti insieme appassionatamente. I thegiornalisti non
sono immuni a tutto questo entusiasmo e da ragazzi poco inclini alle pose quali
sono, non smettono mai di ringraziare l’affetto profuso del pubblico.
(video di "Fine dell'estate" @ Circolo con tanto di audio slabbratissimo e effettazzi psychedelici sullo sfondo)
L’atmosfera via via cresce e si fa calda e amicale. Quel mood ipnagogico e
trasognante molto 80’s che impregna deliziosamente l’ultimo cd, reso benissimo
anche in sede live (la band è in classica formazione chitarra, basso, batteria,
tastiere & samplers), viene interrotto da una manciata di vecchi cavalli di
battaglia dagli umori marcatamente più rock e sanguigni: vedi la afterhoursiana
Io non esisto, oppure dalla
strampalata versione chitarra-voce di Corso
Trieste de i Cani, omaggio a Niccolò Contessa che si dice presente in sala.
Chiusura affidata al tormentone Promiscuità
(quello si molto dalliano) cantata da Tommaso in piedi sul bancone del bar e
dai noi tutti lì sotto schiumanti. E così “..anche il più piccolo tremore se ne va quando sei su una nuvola”.
(l'unico video che sono riuscito a trovare su youtube di "Promiscuità" esibita quella sera. Se date fiducia al testone che impalla il cantante all'inizio, dopo un pò si sposta.)