Funziona più o meno così: prendi il cd in mano, togli la plastica, apri la custodia e lo inserisci nel lettore. Chiudi gli occhi e appena parte la prima nota per un misterioso sbalzo spazio-temporale ti ritrovi scaraventato a fine anni Settanta in Svezia a un concerto degli Abba. Questo è in sintesi l’album d’esordio dei californiani Music Go Music. A molti potrebbe bastare questo per estrarre immediatamente il cd in questione dal lettore, rimetterlo nella custodia e bestemmiare amabilmente per i soldi spesi (mica avrete fatto i pulciari che ve lo siete scaricato a ufo?). Ma come? Va bene che siamo in periodo di revival spinto, ma addirittura gli Abba no.... Obiezioni legittime, se non fosse per un piccolo particolare di non poca importanza; il disco suona letteralmente da paura, e man mano che si procede con l’ascolto ci si accorge che gli Abba non sono da soli... Impossibile infatti non notare in alcuni passaggi melodici Elton John, gli Electric Light Orchestra (quelli di Confusion e di Last train to London), la Grace Jones del periodo disco, i Blondie e tutta una serie di gruppi che proprio a cavallo tra ’70 e ’80 hanno avuto il loro momento di gloria. Ma allora – direbbe il solito scettico – questi si sono messi a copiare spudoratamente roba altrui? No, non l’hanno fatto... Se infatti è evidente che la loro provenienza è quella, i Music Go Music sono però riusciti a interiorizzare quel bagaglio musicale, attualizzandolo e rendendolo assolutamente personale. L’urlo straziato prolungato per 33 secondi che introduce la prima traccia è già una dichiarazione di intenti; il piedino infatti si inizia a muovere e viene subito voglia di andare a cercare un paio di improbabili pantaloni a zampa di elefante da indossare allo Studio 54, in un tripudio di paillettes e brillantina. Snobismo a parte, c’è da dire che i tre californiani sono semplicemente irresistibili; la cantante Gala ha una voce splendida e traspare chiaramente che si divertono da matti a suonare insieme. “Expressions” è quindi un turbine continuo di rimandi a un periodo ormai lontano, in cui non può evidentemente mancare il momento “da struscio”, con la ballatona conclusiva “Goodbye, Everybody”, perfettamente retrò come lo era appunto il momento del lentone in discoteca.
Voto: 26/30
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