4 dicembre 2009

Andando di fretta

Editors Live @ Teatro Tendastrisce (Roma) 3/12/2009

Non sono mai stato al Tendastrisce, un vero e proprio tendone del circo situato pressappoco in mezzo al nulla: non ci sono case intorno, un albergo ed un centro commerciale poco lontani, vorrei proprio sapere a chi potrebbe dare fastidio la musica alta a "tarda" notte (diciamo l'una?).
L'evento si pregusta succoso, con tre gruppi che ritengo decisamente interessanti in egual misura: Editors, Wintersleep e Maccabees.
Il problema e' che i concerti sono cominciati alle otto e mezza, forse un pò presto, ed essendo arrivato alle nove (il biglietto segna l'inizio dello spettacolo alle nove e trenta e non accenna ad una fantomatica "apertura cancelli", tantomeno ne parla il sito del Tendastrisce), mi perdo, con grandissimo rammarico, i Wintersleep, primi in scaletta.
Per poco non mi lascio sfuggire anche l'inizio dei Maccabees, quindi, birretta veloce e mi getto nel blocco di umido che si sta creando all'interno della Tenda: il quintetto di Brighton da vita ad un show decisamente potente, presentando le canzoni dall'ultimo album wall of arms, non faccio in tempo a pensare "però! non sono male!" che il cantante annuncia l'ultima canzone e fine dei giochi. Avranno suonato una mezz'ora scarsa.
Cambio di palco ed entrano in scena le star della serata, gli Editors, che per fortuna non sembrano aver alcuna fretta. La partenza è da brividi, con la title track di apertura del nuovo album In this light and on this evening, la band di Birmingham suona per più di un'ora e mezzo, spaziando a pieno in tutto il proprio repertorio ed interpretando tutte le canzoni che ci si possa aspettare: i pezzi nuovi (molto Depeche Mode, con massicci apporti di sintetizzatori) si fondono alla perfezione con i vecchi dall'anima più rocckettara. Certo, il cambio di stile avrebbe potuto influenzare l'esecuzione dei brani dei due precedenti album, ma il pericolo è sventato e cavalli di battaglia come bullets o smokers outside the ospital door vengono portati a termine con lo stesso piglio degli esordi.
La cosa che sorprende di più è come dal vivo le canzoni siano riproposte alla perfezione rispetto a come suonino negli album, soprattutto è la voce del frontman Tom Smith che stupisce maggiormente: profonda e calda, ma al contempo potente, mantiene la stessa brillantezza per tutta la durata del concerto e non ha mai neanche un momento di calo.
Insomma, serata riuscita a metà, da un lato gli ormai (inevitabili) problemi di organizzazione che affliggono i concerti romani, dall'altro l'ottimo spettacolo a cui gli Editors hanno dato vita, che oltretutto rafforza una convinzione che ho maturato da un pò: molte volte il successo (se così lo si può definire) fortunatamente non è casuale, specialmente se si riesce ad unire il talento al professionismo nella dimensione concertistica.


Pucho