Scrivo di un genere musicale che non ha definizioni di sorta. Potete chiamarlo ambient, potete chiamarlo Glitch. Chiamarlo elettronica è un po' come chiamare una bistecca fiorentina alta tre dita, succosa, tenera, cotta al sangue con i crismi della cucina toscana semplicemente Carne. No, non so come definire questo genere di musica ma conosco diversa gente che la suona. I miei miti del genere? Due. Ryoji Ikeda e Carsten Nicolai, a.k.a. Alva Noto.
Leggevo di presenze itineranti di questi due artisti, entrambi presenti al Sonar: il nipponico inaugurando il festival catalano con la sua performance Spectra e l'alemanno a La Coruna a condire la prima tappa gallega del festival di arte elettronica.
Hanno addirittura suonato insieme al Dancity Festival a Foligno giusto qualche giorno fa dove pare abbiano stupito gli spettatori, con le sperimentazioni del loro progetto Cyclo.
Dopo tutte queste scoperte, anche se non sono andato a sentirli in nessuna di queste due occasioni, mi sono messo a cercare qualcosa che non avevo ancora sentito dei due geni e mi sono imbattuto in Xerrox vol. 2 di Alva Noto.
Il progetto nasce con il primo volume, nel 2007, che ho ascoltato e riascoltato fino a consumarlo.
Quella volta sì che andai a sentirlo, era Roma ed era Dissonanze, ma il secondo volume mi era sfuggito, anche se datato fine 2009.
Lo ascolto e mi rimetto al mondo. Alva Noto è sempre carico di contenuti.
I temi che genera dai suoi software sono un mix di aperture melodiche e glitch solamente accennati con suoni splendidamente campionati che portano alla riscoperta del tappeto che appare morbido come la pelle dell'orso.
66 minuti e 16 secondi, di emozioni contrastanti, di relax e concentrazione, di esplosione sensoriale.
È un flusso continuo, non saprei dire quale traccia mi abbia colpito di più (potrei azzardare Soma ma non ne sarei sicuro) e quale di meno. Non sono pezzi da mandare singolarmente per radio. No, la produzione musicale del Tedesco dall'aria seriosa è da ascoltare tutta insieme, perché la sua natura, secca e rotonda, non accetta pause.
Ascoltare un Cd come Xerrox 2 ha bisogno di tempo e di spazio, soprattutto nel cervello.
Passare poco più di un'ora con questo cd nelle orecchie ti rende il prosieguo della giornata diverso.
Mi capita spesso di soffermarmi sui particolari di questa opera e mi accorgo che nulla è scontato, per questo non riuscirò mai a definirne il genere.
Aspetterò con ansia il terzo volume, il progetto Xerrox dovrebbe comporsi 5 produzioni e mi mangerò le mani se si esibirà vicino casa senza che io lo vada a sentire.
29/30
Tòmmy