Due sabati, due concerti. Mi sono divertito più nello scegliere il titolo di questa recensione che nell’assistere a queste serate. Ho visto due gruppi che si possono definire le due facce della stessa medaglia di un certo indie-rock, in fondo sempre uguale a se stesso e quindi autoreferenziale. Andiamo a scoprire chi sono.
The Hidden Cameras – Circolo degli Artisti – Roma 03.04.10
Il gruppo canadese l’anno scorso ha fatto uscire Origin, Orphans, loro quarta fatica. Si tratta di un indie pop gigione e festaiolo che fa entrare il loro album in quell’oceano dei dischi “carini” di cui ci si dimentica nel giro di qualche settimana. Intendiamoci, hanno suonato bene per un’ora e quarantacinque minuti, Joel Gibb (che, a trentatrè anni, non si può definire proprio un ragazzino) è un ottimo front man e ha una bella voce, sono stati divertenti con le loro trovate da campus universitario, come bendarsi gli occhi durante l’esecuzione di un brano, però a lungo andare si faceva strada qualche sbadiglio, e nasceva spontanea questa domanda: ma quando crescete? (inteso anche come evoluzione musicale..). Musica per irrimediabili bamboccioni affetti da sindrome di Peter Pan.
VOTO: Carino-Niente Male
A parte qualche eccezione, tutta la critica di settore ha esaltato Kollaps Tradixionales, sesta (Gesù!) fatica dei canadesi Silver Mt. Zion, uscito recentemente per la Constellation. Forse l’emozione per la perdita di un grande artista come Vic Chesnutt, di cui i nostri sono stati peraltro ottimi accompagnatori, ha ben disposto i recensori ufficiali. Sta di fatto che l’ultimo disco è di una noia imbarazzante, in quel suo crogiolarsi in un post-rock minimalista, con visioni strazianti e apocalittiche a base di chitarre distorte, immancabili archi che fanno tanto decadente e la voce neniosa di Efrim Menuck. E dal vivo tutto questo è risultato ancora più amplificato...
VOTO: Molto Post-Rock, Molto Alternative
Massimo Daziani