2 novembre 2009

L'attesissimo ritorno della Pantera di Kingston

Grace Jones - Hurricane (PIAS/Self, 2008)

Magia nera, riti voodoo, androginia esasperata su un corpo da amazzone. 60 anni e non dimostrarli. La pantera ruggisce ancora. Trasgressiva, eccessiva, eccentrica, totale. La Giamaica, Andy Warhol, la moda, il successo. La disco music, la sperimentazione verso universi sonori inesplorati divenuti marchio di fabbrica. Sono passati 19 anni dall'ultimo – dimenticabile - “Bulletproof heart”e ormai ci eravamo abituati alla sua assenza. E le troppe voci sul suo conto... La droga, il lastrico, la fine dell'edonismo reaganiano degli anni '80, la difficoltà a trovare una casa discografica che crede in lei. Quando all'improvviso l'anno scorso il comunicato ufficiale: Grace Jones is back. Le prime avvisaglie il 19 Giugno 2008, con due ore di concerto a Londra al Meltdown Festival dei Massive Attack, seguite da una spettacolare apparizione a Copenhagen e dal video del singolo “Corporate cannibal”, che ci restituisce una volta per tutte una Grace al massimo dello splendore.

Pleased to meet you, pleased to have you on my plate, your meat is sweet to me, your destiny, your fate... I'm a man eating machine, corporate cannibal, digital criminal...” L'inizio è una vera e propria dichiarazione di intenti; su una base industrial, Grace ci conferma che il mutante è tornato e non ha perso un briciolo del suo fascino felino. “Hurricane” è un album zeppo di idee e collaborazioni eccellenti; Tricky (che da “Nightclubbing” e “Warm leatherette” ha attinto a piene mani per forgiare il sound di Bristol), Brian Eno, Sly & Robbie e Tony Allen solo per citarne alcuni, hanno accompagnato la Dea senza stravolgerne la natura e il risultato è un disco epocale, che commuove e fa quasi male, da quanto è bello; si va dal dub sporchissimo di “This is”, al funky-gospel di “William's blood”, alla glaciale malinconia di “I'm Crying (my mother's tears)”, “Devil in my eyes” e “Sunset, sunrise”. Poi di nuovo i suoni Nassau dell'algido reggae newyorkese di “Well, well, well”, della meravigliosa title track e della sensuale “Love you to life”.

Hurricane” è un disco di Grace Jones, in pieno stile Grace Jones. E' un seguito ideale dei suoi migliori lavori degli anni Ottanta, eppure è enormemente attuale; ogni parola, ogni nota e ogni suono è miracolosamente calato nel contesto odierno; la sua voce profonda poi continua a ammaliare come trenta anni fa, a dimostrazione di come a volte gli artisti - come il vino - migliorano invecchiando. In definitiva“Hurricane” è qualcosa di più di un ritorno; è la scintilla di un fuoco sacro che si riaccende dopo molto tempo e il risultato è un disco flessuoso, ambiguo, sinistro e gommato. Felino, feroce ma incredibilmente affascinante. Come solo una pantera sa essere... Perchè, come diceva Andy Warhol, Grace.... is perfect!

Voto: 29/30

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