23 marzo 2010

Bologna, Louisiana

Allen Toussaint Festival - Bologna 18.03.2010 - Arena del Sole

Lo so, Bologna si trova in Emilia Romagna. Però, almeno per una sera, dentro questo bel teatro della città “dotta” ci siamo ritrovati in un’atmosfera da juke joint, immersi nelle paludose note di gospel, blues, funky e jazz: in poche parole nella meravigliosa babele sonora di New Orleans. E chi è il più importante rappresentante vivente di tale proteiforme tradizione musicale, se non l’immenso Allen Toussaint? Mi fermo: come sempre mi faccio prendere dall’entusiasmo. Cominciamo allora dall’inizio per spiegare una splendida serata di grande musica. Ogni anno l’Arena del Sole dedica una giornata ad un protagonista della scena musicale internazionale che nella sua carriera abbia saputo interagire nei diversi linguaggi e generi musicali. Quando quest’anno è stato scelto Allen Toussaint con special guest Don Byron, non ho resistito alla tentazione di andare a Bologna. La giornata si è aperta alle ore 12 con l’incontro tra Allen Toussaint e i suoi fans, a cui non ho potuto partecipare. Il programma proseguiva con il concerto del Don Byron New Gospel Quintet alle 19 e di Allen Toussaint alle 21.30. E questi due eventi non me li sono fatti sfuggire…
Alle 19.10 entrano sul palco i musicisti del Don Byron New Gospel Quintet: Frank Wilkins al piano e organo Hammond B-3, Brad Jones al basso, Pheeroan Aklaff alla batteria e Dk Dyson alla voce. Don Byron, virtuoso clarinettista newyorkese, ma anche sassofonista, compositore e arrangiatore, è un musicista illuminato, aperto alla contaminazione con le più disparate tradizioni musicali come la musica classica, il klezmer o il funky che flirta con l’hip-hop (come dimostra “Nu Blaxploitation”, ormai un suo classico, pubblicato dalla Blue Note nel 1998) . Ultimamente ha preso una cotta per il rhythm&blues (vedi lo splendido “Do the Boomerang: The Music of Junior Walker “ uscito per la Blue Note nel 2006) e più in generale per l’immensa tradizione della musica afro-americana. Ecco allora la rilettura del gospel da parte del nostro, impegnato sia al clarinetto che al sax tenore. E’ stata un’ora e un quarto di grande musica, molto intensa, partecipata. Infatti lo stesso Byron ha dichiarato che questo nuovo progetto musicale coincide con una crescita della sua fede. Quindi non solo un gruppo di musicisti jazz che suonano gospel, ma anche persone che usano una forma di espressione religiosa. Una menzione speciale all’ottimo Wilkins e alla splendida Dk Dyson che ha dato prova di cosa voglia dire “interpretare” vocalmente un brano.

VOTO: 27/30


Finalmente alle 21.40 comincia il concerto di una vera e propria leggenda della musica nera: Allen Toussaint. Compositore, pianista, cantante, arrangiatore e produttore, Allen, classe 1938, è una figura chiave nella storia musicale di New Orleans. I suoi maestri di piano sono stati artisti come Albert Ammons, Ray Charles ma su tutti il mitico Professor Longhair, omaggiato durante il concerto con una strepitosa medley dei suoi brani più famosi (Big Chief, Tipitina). Da giovane Toussaint si fa le ossa suonando con musicisti epici come Earl King e Fats Domino, poi scopre il fascino del produttore e del musicista turnista e agli inizi degli anni 60 si dedica a questa attività, prima per la casa discografica Minit e poi per la Istant . Così suona, scrive brani e produce per artisti del calibro di Irma Thomas, Aaron Neville e Lee Dorsey. Nel 1965, con il produttore Marshall Sehorn, fonda la Sansu Enterprise che produrrà dischi per Dorsey e i grandi Meters. Agli inizi degli anni 70 il nostro registra a suo nome due ottimi album (“Toussaint" del 1971 e “Live,Love And Faith” del 1972) dove si ascolta la sua meravigliosa ricetta sonora fatta di r&b, soul, funky, rock e pop: il tutto condito con la sua elegante e delicata voce. Allen nel 1973, sempre insieme al fido Sehorn, apre uno studio di registrazione, il Sea-Saint, che gli permette di lavorare con grandi artisti rock come Little Feat, Paul Simon, The Band, Dr. John e le LaBelle. Nel 1975 Toussaint registra il suo capolavoro, “Southern Nights”. Successivamente Allen ha partecipato ad album di altri grandi artisti come Albert King, Etta James, Joe Cocker, Neville Brothers e Elvis Costello (firmando insieme il buon “The River in Reverse” del 2006). Poi nel 2009 esce lo splendido “The Bright Mississippi” per la Nonesuch, prodotto da Joe Henry, con la partecipazione di grandi musicisti come Marc Ribot, Brad Mehlaud, Joshua Redman e lo stesso Byron. In questo disco Toussaint rilegge in maniera elegante classici del jazz (e del blues) nel tipico stile hot che ha reso celebre la sua città. Durante il concerto bolognese sono stati riproposti molti brani di questa nuova fatica discografica (ricordiamo in particolare due splendide versioni di St. James Infirmary e West End Blues). Ma Toussaint, in una giornata completamente dedicata alla sua arte, ci ha voluto regalare un concerto speciale ripercorrendo anche tutta la sua carriera discografica, da Java (strumentale di successo presente nel suo primo album “The Wild Sound Of N. O.” del 1958), a Soul Sister, passando per Mother-In-Law (portata al successo da Ernie K-Doe), fino a Get Out Of My Life Woman (forse il brano più conosciuto del nostro, rifatta fra gli altri da Aaron Neville, Lee Dorsey, Solomon Burke, Paul Butterfield Blues Band). Alla faccia dei suoi settantadue anni, Toussaint è parso in ottima forma, sfoderando un’eccellente tecnica pianistica e una voce ancora dolce e cristallina. Da citare tutti i musicisti della sua splendida band: Herman LeBeaux Jr. alla batteria, Renard Poche alla chitarra, Roland Guerin al basso e in particolare Brian Cayolle al sax (lo stesso Byron presente al clarinetto e sax, lo ha applaudito per uno spettacolare solo durante un’infuocata blues-jam). E dopo più di due ore di musica meravigliosa, tutti in piedi ad applaudire un grande maestro.

VOTO: 30/30

Massimo Daziani