28 luglio 2010

Oldies But Goodies parte terza



Robyn Hitchcock - Propellor Time - Sartorial 2010
Inchiniamoci di fronte al cinquasettenne re dei Soft Boys, ormai cavaliere solitario da quasi trent’anni. L’artista esige il giusto rispetto per aver portato avanti con amore e coerenza il suo mondo sonoro fatto di folk-rock e sconfinata passione per la psichedelica inglese (Syd Barrett e John Lennon, le sue magnifiche ossessioni…). Da buon artigiano Robyn ama confezionare le sue opere con materiale di alta qualità. E così da quattro anni si fa accompagnare dai Venus 3 (niente meno che Peter Buck e altri due musicisti legati ai R.E.M. come Scott McCaughey e Bill Rieflin); ma per questo Propellor Time, Hitchcock non ha badato a spese e ha chiamato a sé altri baldi musicisti come l’ex Smiths Johnny Marr, Chris Ballew dei Presidents Of The United States Of America, Nick Lowe e John Paul Jones (spero non ci sia bisogno di dire in quale band abbia militato…). Il disco è delizioso, con il suo sound elettro-acustico dominato dalla perizia tecnica dei musicisti coinvolti. L’iniziale Stars Of Venus non sfigurerebbe in un album dei Wilco, così divisa tra suggestioni alt-country e aperture melodiche beatlesiane, Ordinary Millionaire è una splendida ballata dall’incedere epico, John In The Air e la suggestiva Primitive si muovono in quell’ambito psichedelico di cui Robyn è indiscusso maestro (magicamente l’orologio torna indietro a più di quaranta anni fa quando in Inghilterra brillavano i Pretty Things di S. F. Sorrow e i Kaleidoscope), Sickie Boy è delicatamente pop, Born On The Wind è un omaggio all’America di Dylan & The Band. Insomma fatevi incantare da questo disco, perfetto da ascoltare guardando l’immenso cielo stellato delle notti estive. God Save The King. VOTO: 28/30 +

Hoodoo Gurus - Purity Of Essence - Sony 2010
Parte l’iniziale Crackin’ Up e mi sembra di essere ritornato al magico mondo sonico di Stoneage Romeos. Era il 1984 e questi ragazzi australiani ,con il loro sound fatto di garage e pop, di chitarre e coretti, ci ricordavano la spensierata bellezza del rock’n’roll. Anche in questo nuova avventura la ricetta del cinquantatrenne Dave Faulkner (voce e composizione) e compagni è sempre la stessa: chitarra spara-riff (il grande Brad Sheperd), ritornelli assassini, base ritmica solida e tanta contagiosa energia. Tutti i brani sono brillanti ed ispirati . Però una menzione speciale la meritano I Hope You’re Happy, dolcemente soul, Ashamed Of Me e What’s In It For Me, pezzi degni dei migliori Rolling Stones targati sessanta, Only In America dove i nostri flirtano con il funk e giocano a fare Sly & The Family Stone e 1968, brano garage esemplare. Musica ideale per passare un’allegra vacanza. VOTO 28/30

Paul Weller - Wake Up The Nation - Island 2010
A cinquantadue anni Paul pubblica uno splendido album nervoso e appassionato. Si va dalla pura energia del rock’n’roll in salsa mod (Moonshine, Wake Up The Nation, Fast Car-Slow Traffic, Grasp And Still Connect, Two Fat Ladies), alla mai nascosta passione per il soul (No tears To Cry, Aim High) senza dimenticare le atmosfere psichedeliche che avevano caratterizzato il precedente 22 Dreams (She Speaks e Pieces Of A Dream). Un disco sincero e coinvolgente per un artista che ha ancora un’invidiabile capacità compositiva. VOTO: 28/30




Massimo Daziani