30 novembre 2009

Autumn Live

Ho avuto la fortuna di vedere due concerti in due giorni consecutivi; le serate sono andate molto bene. Usando un linguaggio pugilistico posso dire di essere stato stordito dal montante sinistro di Roberto Fonseca e mandato definitivamente al tappeto con un devastante gancio destro sferrato dai meravigliosi Wilco. Ma adesso andiamo a raccontare queste nuove live adventures…

Roberto Fonseca - Roma 12.11.2009 - Auditorium Parco Della musica. Nel programma del Roma Jazz Festival, dedicato quest’anno alle case discografiche Jazz, c’era anche il grande pianista cubano Roberto Fonseca, autore del recente e bellissimo” Akokan”. Sono quindi venuto a Roma con tanto entusiasmo per ascoltare il virtuoso Fonseca e la sua ottima band. Grande è stata la sorpresa quando in cartellone è apparso anche un pianista italiano, tale Livio Minafra che apriva la serata. Alla sorpresa si associava anche una certa preoccupazione perché all’Auditorium gli orari sono piuttosto rigidi (tutto finito prima di mezzanotte). Sinceramente ero venuto per godermi Roberto e non volevo che si sottraesse tempo alla sua esibizione. Purtroppo i miei timori si sono avverati. Infatti la performance del pugliese Minafra si è prolungata per un’ora(!), tra musica espressionista carica di ricordi infantili, influenze della sua terra (l’immancabile prezzemolino della taranta), musica balcanica e tentativi vetero-avanguardistici (mettere oggetti sulle corde del pianoforte non è proprio una novità…). Come avrete capito il concerto non mi è piaciuto e oltretutto ha tolto spazio all’artista cubano. E poi, va bene l’apertura mentale, va bene ragionare di musica senza rigide categorizzazioni, ma che ci azzeccava la musica pseudo-classica del Minafra (un po’ un Allevi dei poveri) con il jazz? Gli organizzatori si sono giustificati spiegando che i due artisti registrano per la stessa casa discografica, la Enja Records… VOTO: 16/30
Per fortuna alla fine è salito sul palco Roberto Fonseca con la sua splendida band e la serata è decisamente decollata. Il concerto si è aperto come il nuovo disco, ovvero con la voce registrata di Mercedes Cortes Alfaro che canta a cappella la breve e intensa “Fragmento De Misa”, poi la band si scatena con una energica “Lo Que Me Hace Vivir” fatta di dolci interventi pianistici e improvvise accelerazioni. Ovviamente l’ultimo CD, “Akokan”, è stato saccheggiato. Particolare menzione per lo spettacolare batterista Ramsés Rodriguez, vera anima percussiva del gruppo. Nel “El Ritmo De Tus Hombros” (con il bravo Javier Zalba al sax baritono) uno scatenato Fonseca è riuscito a coinvolgere anche il pubblico nella sua performance vocale. La caratteristica della musica di Roberto, fatta di soul-jazz e ritmi caraibici, dove magicamente convivono allo stesso tempo allegria e malinconia, è stata esaltata nella performance romana. Su tutto la spettacolare tecnica pianistica di Fonseca, virtuoso che sa valorizzare anche le doti degli altri musicisti della band (Joel Hierrezuelo adrenalinico percussionista, Omar Gonzales preciso bassista). Dunque un’ora e venti di grande musica. Unico rammarico: se fosse durato di più ….. VOTO: 27/30

Wilco - Firenze 13.11.2009 - Teatro Della Pergola. Come in una favola l’orco Jeff Tweedy entra sul palco del meraviglioso e antico teatro fiorentino imbracciando una chitarra acustica e appena accenna le note di “Sunken Treasure” si tramuta in un principe azzurro al comando di un gruppo di strampalati moschettieri. Potrei concludere la recensione dicendo che è stato un concerto fantastico di una band in stato di grazia, dove la perizia tecnica e il feeling sono in perfetto equilibrio, dove ognuno contribuisce a dare il meglio di sé. Ma ovviamente non basta. Difficile descrive l’emozioni di una serata che, appunto, è stata magica. L’impatto sonoro dei Wilco all’inizio ha letteralmente ammutolito il pubblico, che ammaliato ascoltava in religioso silenzio le loro evoluzioni musicali. “Bull Black Nova” era energia pura che si abbatteva su di noi. Ad un certo punto Jeff ha cercato il contatto con gli spettatori anche per scuoterci dal nostro estatico torpore. Ed effettivamente il livello emozionale è aumentato, l’osmosi energetica ha fatto il suo effetto e tutto si è tramutato in una giostra sonica colorata. Commossi ascoltiamo Jeff intonare una superba “Impossibile Germany”, con un assolo fenomenale dell’immenso Nels Cline. Con “Box Full Of Letters”i Wilco ci catapultano nel passato di 15 anni fa, quando tutto ebbe inizio. E poi in coro si canticchia la dolce melodia di “Jesus, ETC.” sollecitati da un insolito e istrionico Tweedy. Dopo ci lasciamo cullare dalla beatlesiana “Theologians” in cui Jeff si fa aiutare al canto da un impeccabile John Stirratt al basso. “Via Chicago” si esalta la valenza percussiva di Glenn Kotche, semplicemente uno dei più grandi batteristi rock in circolazione. Ultimi bis con “Heavy Metal Drummer”, “Hate It Here”, “Walken”, “Monday” e “Outtasite (Outta Mind)”. usciamo felici e frastornati nella inconsueta dolce notte novembrina, consapevoli di aver assistito ad un grande evento. I Wilco adesso: sono loro il Rock. VOTO:30/30

Massimo Daziani