26 novembre 2009

Dà dipendenza, ammazza i tuoi neuroni ed è divertente, cos'è? EMBRYONIC

Embryonic - Flaming Lips (Warner Music, 2009)

"Embryonic" è un disco quasi inaccessibile fino al quinto/sesto ascolto.

I Flaming Lips tornano alla ribalta audaci, con un lavoro anticonvenzionale, rischioso e impopolare, pur senza dover dimostrare un bel niente dopo venticinque anni di carriera strepitosa. Ma i Flaming Lips sono i Flaming Lips e sperimentano come dovrebbe fare (e non fa) una band alla difficile prova del secondo album. Loro di album sono al quattordicesimo e non sembrano affatto a corto di idee.

Sono una band stravagnate e versatile, capace di approdare a nuovi linguaggi musicali sempre credibili. Geniali nell'uso di scenografie alluccinate nei live, raggiunsero l'apice della loro geniale follia nel 1997 con "Zaireeka". Ricordate questo album da ascoltare con le istruzioni per l'uso a portata di mano? Era ed è composto da quattro dischi, ognuno dei quali contente solo alcune delle tracce audio che, essendo perfettamente sovrapponibili, dovrebbero partire nello stesso istante per poter ascoltare l'album nella sua completezza. Dal momento che questo è praticamente impossibile, ogni ascolto risulta diverso dal precedente - a meno che non lo si faccia suonare in quattro, ma la sincronia perfetta non si potrà mai raggiungere - inoltre l'ascoltatore è libero di far partire i cd a suo piacimento, creando combinazioni diverse ogni volta. Come se non bastasse, gli album sono inascoltabili singolarmente perchè contengono tracce con solo sezione ritmica, solo voce e tempi morti estenuanti.

Questa piccola parentesi aiuta a comprendere l'estro creativo dei nostri Flaming Lips e ricorda che, dai tempi di "Zaireeka" ad oggi, "Embryonic" è il disco più complesso che abbiano pubblicato, dopo album bellissimi, ma decisamente più immediati come "Yoshimi Battles The Pink Robot", "The Soft Bullettin" e "At War With The Mystics".
I Flaming Lips stupiscono fin dalle prime tracce "Convinced Of The Hex" e "The Sparrow Looks Up At The Machine" per la cura maniacale degli arrangiamenti che infondono nell'ascoltatore un'irrefrenabile curiosità di continuare a sviscerare l'album, brano dopo brano, per scoprire che è sempre più denso, a volte troppo anche per i fan più affezionati. Bizzarra come al solito la scelta dei titoli "Aquarius Sabotage" (?!?) e la partecipazione, in "I Can Be a Frog", di un'ingenua Karen O (Yeah Yeah Yeah) che imita divertita i suoni degli animali in una conversazione telefonica con Wayne. Puro divertissement.

Riff circolari, arrangiamenti deliranti e psichedelici alla Pink Floyd prima maniera, ritmiche ipnotiche insieme a qualche tocco pop fanno di "Embryonic" un'opera magistrale di psichedelia rock. Un album cupo, paranoico e osessionato.

Attenzione a non abusarne, crea dipendenza.

Voto: 28/30

Eleonora Zeta Zarroni