24 febbraio 2010

Teche Rock


Spirit - Twelve Dreams Of Dr. Sardonicus (Epic 1970)

Nell’altro secolo, intorno alla prima metà degli anni ottanta, esistevano supporti “primitivi” come i dischi in vinile o le musicassette. Fare compilations non era così semplice come oggi con i files musicali. Era un lavoro certosino: bisognava azzeccare il momento giusto per far cadere la puntina un attimo prima che cominciasse il brano. Cose pioneristiche! Il formato di musicassette che adottavo più volentieri era quello che durava 90 minuti: il migliore per riversare su cassetta 2 album e poter così sentire musica anche sui registratori portatili. Sicuramente la cassetta più ascoltata nella storia della mia raccolta sterminata (più di 500 cassette da 90 minuti) è stata quella che raccoglieva sulla parte A “Moondance” di Van Morrison e sulla parte B “Twelve Dreams Of Dr. Sardonicus” degli Spirit. Per colpa di questa micidiale accoppiata ho passato molte notti insonni: finito il soul celtico di Van, mi buttavo sulle atmosfere eteree degli Spirit e così via. Scusate la divagazione, ma quando parlo del capolavoro degli Spirit mi torna automaticamente il pensiero a quei giovanili giorni (e se non avete “Moondance” nella vostra discografia, correte subito a comprarlo). Dicevamo degli Spirit: uno dei gruppi più originali della storia del rock. Tutto nasce nel 1965; fatidico l’incontro di Randy Wolfe (quattordicenne chitarrista alle prime armi) e di sua madre Bernice con il trentaquattrenne batterista Ed Cassidy. Ed diventerà marito di Bernice e patrigno-batterista di Randy. Cassidy è musicista dai trascorsi jazz e il suo stile swingante sarà uno dei tratti caratteristici del suono Spirit. Randy nel 1966 incontra Jimi Hendrix, che intuisce le sue qualità e lo recluta nei Blue Flames. Hendrix ribattezza il giovane chitarrista come Randy California e con un padrino così chi te lo toglie più il soprannome. Il ragazzo è troppo giovane e la madre non consente che segua Hendrix in giro per il mondo. A questo punto nel 1967 si formano gli Spirit Rebellious con Cassidy, California e John Locke, ottimo tastierista amico di Ed. All’ingresso in formazione di Jay Ferguson (voce solista e tastiere) e Mark Andes (basso e voce), la sigla si riduce a Spirit e comincia la grande avventura dei nostri. Il primo disco omonimo esce nel 1968 ed è un ottimo esordio. Difficile definire la loro musica, perfetta alchimia tra rock psichedelico, influenze jazz, pop ed originali spunti strumentali tipici del progressive. L’anno dopo esce “The family that plays together” ed è già capolavoro. Le atmosfere si fanno più sognanti e qualcuno osa paragonarli ai Beatles più psichedelici, soprattutto per la cura degli impasti vocali. Di quel disco va ricordata “I got a line on you”(unico singolo di successo del gruppo) e l’onirica ballata“It shall be”. Alla fine del 1969 esce anche il loro terzo lavoro,” Clear”, più rock e meno ispirato. Finalmente arriviamo al 1970, quando per la Epic esce “Twelve Dreams Of Dr.Sardonicus”. Il disco è semplicemente meraviglioso e riesce ad essere la summa del suono Spirit. I brani sono legati uno all’altro (Sgt. Pepper’s docet) e accanto al classico mix di psichedelica, pop e jazz, ci sono anche energiche iniezioni di fiati r&b; la voce di Ferguson non è stata mai così dolce ed evocativa e le armonie vocali mai così perfette. Il disco va ascoltato tutto insieme , ma ricordiamo almeno la meravigliosa ballata acustica “Nature’s Way”, lo scanzonato rock di “Animal Zoo”, la splendida “Mr. Skin” che magicamente unisce pop, rock e funky, la ballata acida “When I touch you” con strepitosa coda strumentale (micidiale il riff della chitarra hendrixiana di California) e il soul psichedelico di “Morning Will Come”. Insomma ci troviamo di fronte ad uno dei capolavori del rock classico : affrettatevi, siete ancora in tempo per sognare insieme al Dottore Sardonico...

VOTO: 30/30

Massimo Daziani