25 ottobre 2010

In viaggio (emozionale) con Bradford Cox

Deerhunter, Halcyon Digest (4AD, 2010)


I Deerhunter tornano con il quarto album, Halcyon Digest, prodotto insieme a Ben Allen, già mixing engineer del fantastico Merriweather Post Pavilion degli Animal Collective.

Ci sono vari motivi per cui la band di Atlanta è una delle realtà più interessanti nel panorama indie rock. Tanto per cominciare hanno dimostrato di avere fegato stravolgendo il proprio sound. Scelta coraggiosa, quella della sperimentazione per una band del sottobosco indie americano che ancora deve elaborare una vera e propria cifra stilistica. La domanda quindi nasce spontanea: i Deerhunter non sono stati ancora contaminati dalle regole dell'industria musicale dell'indie mainstream? Così sembrerebbe.
Halcyon Digest infatti segna un approccio nettamente diverso rispetto al passato. La mancanza di scariche di chitarra elettrica rende più variegata la tavolozza strumentale che si arricchisce di chitarre acustiche, percussioni elettroniche, banjo, arpa, armonie vocali e sassofono, creando una complessa stratificazione di suoni, sfumature e emozioni.
Altro motivo di interesse riguardo ai Deerhunter è il leader del gruppo, Bradford Cox, eterno outsider, dal fisico debilitato a causa della rara malattia da cui è affetto, la
sindrome di Marfan (piccola curiosità: anche Paganini e Rachmaninov ne erano affetti). Un'adolescenza infelice, trascorsa tra la solitudine della malattia e l'assenza dei genitori, lo ha spinto a rifugiarsi in un mondo fatto di musica in cui tutti i suoi tormenti possono prendere forma. In Halcyon Digest si alternano episodi di nera tristezza a incredibili slanci di gioia mista a speranza in un gran guazzabuglio di emozioni diverse ma complementari, ben interpretate da una voce intensa che, associata a quell'aspetto così malaticcio, sembra ancora più carica di sfumature

L'album inizia con le atmosfere amniotiche di
Earthquake che ricorda vagamente Teardrop dei Massive Attack, poi sale di ritmo e di umore con Don't Cry e con il folk-rock di Revival che, senza una vera e propria conclusione, sfocia nella delicatissima e dolcissima ballata Sailing. Ma immediatamente il disco cambia rotta con la sfavillante Memory Boy. Desire Lines ricorda terribilmente, solo per pochi secondi dell'intro, gli Arcade Fire ma poi, fortunatamente, prende una piega tutta sua e originale. Basement Scene è un sogno che prende le sembianze di un terribile incubo sulla propria morte e su quella degli amici. Solo il risveglio può esser d'aiuto "Dream/A little dream/About your friends/And their endings/Now I wanna wake up/I wanna wake up now". La malinconia del singolo Helicopter è smorzata dal piglio shoegaze di Fountain Stairs e dal rock alla Strokes di Coronado. Il disco si conclude con la bellissima He Would Have Laughed, dedicata a Jay Reatard, musicista morto a 29 anni per overdose.

C'è chi riesce a fare dischi che sono viaggi emozionali in cui condividere gioie e tristezze e ringrazio i Deerhunter per esserci riusciti.

Voto: 28/30

Eleonora Zeta