14 gennaio 2011

Anna Calvi, l'amore che strappa i capelli

Anna Calvi, Anna Calvi (Domino, 2011)


La musica della italo-inglese Anna Calvi non è semplicemente sensuale, la passionalità che evoca è reale, prende forma e invade gli spazi che costruisce. La sua è una voce accattivante che sussurra, urla e piange, alta, bassa che sia è sempre eccezionale e potente.

L’atmosfera che si crea è da set cinematografico. Sembra di vedere una stanza dalla tappezzeria barocca, nella penombra si distinguono abiti di seta che cadono morbidi su fianchi minuti, labbra rosso fuoco e fumo di sigaretta. Storie di un amore passionale, misterioso e oscuro prendono forma. Si avverte un continuo senso di pericolo imminente, canzone dopo canzone, come un’inconscia paura di non poter controllare le pulsioni più forti di un amore che è anche morte. La tensione sessuale serpeggia in tutto l’album esplodendo in picchi di gloriosa drammaticità come No Words che arriva come un pugno dopo l’imponente introduzione di Rider To The Sea. Il picco di intensità si raggiunge con The Devil, canzone dai toni cupi che ricorda le atmosfere del Nick Cave più angosciante e della miglior PJ Harvey. Ci sono anche canzoni più dirette come Black Out (molto bello il live che trovate seguendo il link) e I’ll Be Your Man. Anna viene da una famiglia musicale in cui è cresciuta ascoltando Maria Callas, Debussy, Ravel e Messeian che cita tra le sue ispirazioni insieme a Nick Cave, Django Reinhardt e i Velvet Underground.

Un album che lascia spiazzati, tanta è la sua intensità, ancor più se pensiamo che è il disco d’esordio di Anna e che ha solo 25 anni. E’ vero che a tratti forse imita troppo l’insuperabile PJ Harvey, ma sempre in modo originale e poi, se questo è il risultato vorrei che tante altre giovani cantanti lo facessero.

Consigliato a chi vorrebbe sapere com’è un “amore che strappa i capelli”. Io me lo immagino proprio come Anna.

29/30

Signorina Zeta