6 gennaio 2010

Gli Ultimi saranno i primi…

Other Lives - Other Lives (tbd records 2009)
Come diceva giustamente Marco OfO Giappicchini, ci sono dei bei dischi che escono alla fine dell’anno (o che ci sono sfuggiti…) e che ingiustamente non vengono inseriti nelle classifiche fatte a metà dicembre. Proposta: la prossima volta facciamo uscire le top list a fine gennaio (e perché no a fine febbraio? Non dobbiamo necessariamente cadere nella frenesia modaiola delle classifiche veloci. La musica è una cosa seria e va gustata con calma…). Tra questi dischi ascoltati durante le vacanze natalizie c’è il debutto dei Real Estate, già celebrato dal buon Marco, e un altro esordio di tenue bellezza ad opera degli americani Other Lives. Si tratta di un disco dolce e malinconico, con strumentazione “quasi” classica, dove il piano e il violoncello la fanno da padrone. L’ugola di Jesse Tabish è l’altro elemento caratteristico del loro sound: una voce crepuscolare come la loro musica che rimanda a certe atmosfere tipiche del rock progressivo. E’ un disco sconsigliato a chi non ama le ballate finemente arrangiate: infatti la musica degli Other Lives si esalta proprio nei ritmi placidi di canzoni dove melodia e nostalgia vanno a braccetto. Si comincia con “Speed Tape”, un pezzo segnato da soavi aperture di piano e violoncello. Si prosegue con l’epica “Don’t Let Them”. “Black Tapes” è semplicemente una stupenda ballata pianistica carica di malinconia. Con “End Of The Year” i ritmi si accelerano leggermente, con un cambio ritmico di chiara ispirazione canterburiana. “E-Minor” è una ballata che ricorda i Renaissance di “Ashes Are Burning”. “Paper City” inizia con una chitarra acustica assassina, poi l’ingresso di tutti gli altri strumenti la trasforma in una meravigliosa canzone carica di emotività. “Matador” incanta con i suoi profumi di flamenco dovuti soprattutto agli interventi di una tromba mariachi. “It Was The Night” è ancora una ballata di diafana bellezza, come pure la successiva “How Could This Be”, caratterizzata da uno struggente pianoforte. “AM Theme” e “Epic” chiudono con eleganza classicheggiante un album di grande bellezza intimista. VOTO: 27/30

Massimo Daziani