19 ottobre 2010

Landscapes

Fennesz + Giuseppe La Spada: "Island - A Three month Jouney" live @ Palladium, Roma (17.10.2010)


Data la periodicità con la quale Christian Fennesz accorre a Roma per presentare i propri lavori, l'artista viennese sta indubbiamente diventato figlio adottivo della città eterna. Roma Europa Festival lo spazio deputato ad accoglierlo, il Palladium di Garbatella il salotto prescelto, sede di numerosi appuntamenti del Festival sperimentale.
Ad affiancare l'eclettico austriaco c'è Giuseppe La Spada, visual performer palermitano che vanta nel suo album di collaborazioni anche quella con Ryuchi Sakamoto, accompagnato nello storico concerto di Ground Zero del 2008.
I due pezzi da novanta, pronti a colpire a suon di immagini e drones i numerosi spettatori che si sono assiepati fra platea e galleria, vengono introdotti dalla delicata performance dei Lilies on Mars, gruppo vincitore dello speciale contest dell'ultima edizione di Roma Europa Festival.

Anche se appare leggermente fuori contesto, magari più in tono fra gli abiti e gli accessori radical chic di un Fanfulla (dove tra l'altro hanno suonato la sera precedente), l'esibizione del combo sardo/inglese regala guizzi noise-pop ad un ambiente che spesso appare ingessato e troppo contratto su se stesso. Lilies on Mars è un trio formato da due Front-women, Lisa Masia e Marina Cristofalo, che si equivalgono sul palco fra voce, chitarre e sintentizzatore e un percussionista, Matthew Parker, che dietro alle due ragazze sarde e alla sua batteria elettrica detta i tempi giusti, non troppo sfrenati, in qualsiasi condizione di difficoltà (anche quando - come è successo - il suo pad frana su se stesso, Mat continua a suonare con flemma da giocatore di bridge).
L'inizio del concerto è molto piacevole e si conclude con un pizzico di appetito lasciato dall'ultimo brano, dalle venature tipicamente glitch, suonato in collaborazione con Fennesz, quel The Seventh String vincitore del REW[F] 2009/10.

Mentre molti degli astanti si scannano per trovare nomi di band seminali che (im)probabilmente hanno dato vita al sound dei Lilies, ecco che ha inizio la seconda parte dello spettacolo, il clou della serata si materializza davanti a noi; le luci si abbassano e lo schermo si riempie d'immagini e colori. La chitarra austriaca di Christian Fennesz fa il suo ingresso in scena, gli orecchi della platea si sturano sin dal primo accordo.
La sperimentazione dell'artista è sempre molto piacevole e la calma con la quale macina suoni per mezzo di laptop e chitarra ha il solito incedere ipnotico, senza traiettorie specifiche. Il progetto visual-musicale si chiama Island - A Three month Jouney, viaggio sonico che si fa strada attraverso le immagini di tre isole molto diverse per conformazione, clima e asperità ma con un punto in comune: l'alta emozionalità dell'atmosfera.
Il percorso fra Islanda, Giappone e Sicilia per noi spettatori inermi dura circa un'ora, fra suoni distorti e immagini mozzafiato che si esaltano nella notevole minuziosità dei particolari; è sul dettaglio, sia sonoro che immaginifico, che l'happening si concentra, è la dove prende maggior forza e vigore. L'omogeneità fra il viaggio visivo e quello musicale sono perfetti, non puoi distrarti una attimo, ammiri onde e ghiacciai mentre le note sintetiche ti catapultano in geyser e scogliere boscose.
Questa è musica(?) liquida che mangia se stessa, scheggia impazzita che si fa ora brumosa (ovvero impervia) ora solare: spesso ritorna un arpeggio di chitarra più "narrativo" e melodico, vero e proprio leitmotiv, unico punto di appiglio in questo strazio musicale senza meta che non lascia scampo.

Esci interdetto e sconquassato e ti ritrovi a passeggiare per Garbatella, comunque sia soddisfatto, discutendo dei bei tempi andati: di quando in una sola stagione nella capitale si poteva assistere a concerti di Mouse on Mars, Terry Riley, Matmos, Alva Noto, Nobukazu Takemura e altri protagonisti della scena sperimentale. Oggi invece bisogna solamente aspettare e sperare per assistere a spettacoli sopra le righe come quello di questa sera che ti rimette in pace con i tuoi sensi.
28/30

Tòmmy + OfO